C’è una startup che ha investito in una finanza “do ut des”

C’è una startup che ha investito in una finanza “do ut des”


di Michele Chicco

C’è una startup italiana che si è messa in testa di sostenere la crescita digitale delle imprese, finanziando le campagne marketing sulle piattaforme online. Si chiama Viceversa. Per supportare le aziende la fintech non entra nel capitale delle società con i tradizionali strumenti di equity e non eroga dei prestiti come ogni banca sul mercato; ma versa un gettone che i beneficiari ripagano con percentuali fisse sul fatturato (tra l’1 e il 20%). In cambio Viceversa incassa in totale tra il 5% e il 10% in più rispetto a quanto finanziato. Si chiama revenue based financing e arriva in Italia per la prima volta con Viceversa che al debutto ha raccolto 23 milioni di euro: tre in equity e 20 di debito, linee di credito erogate da Fasanara Capital.

“Il revenue based financing è una cosa un po’ ibrida. Non siamo finanziatori, ma investitori perché concorriamo al rischio di impresa: se l’azienda smette di far ricavi noi smettiamo di ricevere indietro i nostri soldi”, spiega Matteo Masserdotti tra i co-founder di Viceversa insieme a Pietro Pogliani, Pedro Salvi e Patrick David. “Il modello funziona finché l’azienda genera i ricavi che condivide con noi, nel momento in cui i ricavi si abbassano o si azzerano l’importo che dà a noi scende oppure si arresta del tutto”.

Per poter accedere ai capitali, da un minimo di 10mila euro fino a un massimo di 1 milione, le aziende devono dimostrare un track record di almeno sei mesi di vendite e investimenti in marketing, oltre ad avere almeno 10mila euro di ricavi mensili.

Come funziona: chi ottiene 10mila euro per finanziare il proprio marketing budget dovrà restituire a Viceversa 10.500 euro entro un anno con le percentuali sui ricavi da versare ogni due settimane. “Quando gli incassi sono alti si paga di più, ma quando ci si ferma si paga molto di meno: una società paga in funzione di come sta andando il suo business e non c’è nessun obbligo di rimborso se si smette di avere ricavi”, spiega Masserdotti. “Una volta rimborsato il multiplo non c’è più la condivisione dei ricavi, anche ciò avviene ben prima del termine del contratto”, dice.

Per scegliere come investire e per monitorare l’andamento delle aziende con le quali lavora, Viceversa ha sviluppato una piattaforma proprietaria di analisi quantitativa dei dati operativi per integrare tutti i principali gestionali di ecommerce e i portali di digital advertising, come Facebook e Google. “Riusciamo a monitorare tutti gli indicatori operativi e sulla base dei dati che vediamo facciamo le nostre previsioni di crescita. Se c’è potenziale procediamo con il primo investimento, eventualmente poi continuiamo con la collaborazione. Non si parla mai di intelligenza artificiale o di decisioni con algoritmi: tutto – evidenzia il co-founder – è basato sui dati, ma le scelte sono delle persone”.

“Aiutare le aziende a crescere in maniera sostenibile”

Con il revenue based financing, sottolinea Masserdotti, “l’obiettivo è permettere alle aziende di crescere in un modo sostenibile, allineando gli interessi: l’investitore è contento perché ha il suo ritorno in funzione della crescita dell’azienda; la società è a sua volta contenta perché mantiene il controllo gestionale e si lega a noi per periodi di tempo limitati”.

All’annuncio del round, dopo un anno trascorso a lavorare sotto traccia, Viceversa può contare già su “una quindicina di clienti in Italia. Il mercato è veramente molto ampio e per il futuro la volontà è aggredire nuovi modelli di business differenziando un po’ gli investimenti dall’ecommerce. “Vogliamo anche aggiungere prodotti che permettano di migliorare il servizio e ampliare le opportunità per le aziende, come la possibilità di aprire delle carte di credito dedicate per utilizzare il marketing budget”. Da valorizzare anche la piattaforma di monitoraggio dati che è già ricca di informazioni ed è considerata una miniera per l’analisi dei business delle aziende: “Potenziandola possiamo certo aggiungere nuove particolarità”, chiosa Masserdotti.



Source link
www.wired.it
2021-11-15 06:00:00

Previous L’albo d’oro degli ultimi 10 anni delle Atp Finals

Leave Your Comment